Perché il multitasking nello studio rischia di renderti meno produttivo

Per anni si è considerato l’essere multitasking nello studio, come nel lavoro e vita privata, come una qualità imprescindibile per eccellere nei vari ambiti. Tuttavia, ancora non erano state fatte ricerche sulla conseguente incapacità di mantenere la concentrazione. Spieghiamoci meglio: ognuno di noi, con le nostre abitudini frenetiche, ha sviluppato la capacità di fare e pensare più cose contemporaneamente. In realtà, non facciamo più cose assieme, ma ci spostiamo velocemente da una cosa all’altra. Me il multitasking cos’è? Nel concreto, si presenta così: studi un capitolo, leggi l’articolo per una ricerca, dai un’occhiata ai social, leggi una mail e pensi che tra un po’ staccherai per andare in palestra.

Se da una parte ci sembra di riuscire a fare davvero più cose, in realtà le facciamo a metà e tremendamente male. In questa guida vogliamo affrontare il tema del multitasking mettendolo sotto una lente diversa: ti spiegheremo perché fare più cose contemporaneamente non è necessariamente sintomo di produttività. Iniziamo subito.

Essere multitasking è davvero un vantaggio?

È dunque davvero positivo essere multitasking nello studio, o è solo una soft skill impostaci per rendere di più a livello quantitativo che qualitativo? Riusciamo a mantenere la concentrazione passando i nostri pensieri da un estremo all’altro? È possibile essere produttivi senza essere multitasking? Scopriamolo.

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L’importanza di rimanere focalizzati

Il nostro cervello funziona in questo modo: può eseguire alcune attività assieme, purché siano semplici (esempio: grattarsi il capo mentre si beve un caffè e si legge, o parlare e camminare assieme), ma non appena essi richiedono maggior sforzo cognitivo, esso inizia a selezionare solo le informazioni davvero necessarie.

Disponiamo di “risorse attentive” limitate. Studiare guardare la tv, leggere, guidare, ascoltare una persona e tante altre richiedono un grande dispendio di queste. Per rendertene conto, fai una prova. Mentre leggi qui, chiedi a qualcuno di parlarti: cerca di prestare attenzione alle parole che dirà ma anche a ciò che leggi. Il risultato sarà che dovrai rileggere più volte la stessa riga, per poter capire quello che c’è scritto, e dovrai farti ripetere ciò che hai a malapena sentito.

Numerosi studi hanno affrontato la questione multitasking studio: è impossibile studiare bene facendo più cose contemporaneamente. Il cervello, sovraccaricato di stimoli da elaborare, non riesce ad incamerare le informazioni in maniera corretta. Mantenere la concentrazione infatti, prestare attenzione a una determinata cosa, presuppone l’esclusione di qualsiasi altro stimolo esterno e interferenza. Cioè per essere concentrati, occorre non sovrapporre altro al reale oggetto di attenzione.

L’essere multitasking nello studio però, comporta proprio questo: sovrapporre più compiti che richiedono troppe risorse attentive (che non abbiamo) per essere conseguiti al meglio. È essenziale perciò mantenere la concentrazione su un unico compito complesso, uno alla volta, senza lasciarci distrarre da altri stimoli superflui.

Gli effetti negativi del multitasking

Quali sono dunque gli effetti negativi del multitasking nello studio? Vediamoli:

  • Decremento della performance a livello qualitativo: dunque minor efficienza
  • Lentezza nello svolgimento del compito
  • Superficialità nello studio, dunque diminuzione della capacità di apprendimento
  • Maggior stress
  • Riduzione della memoria
  • Maggior suscettibilità al perdere la concentrazione

Tutti questi effetti negativi possono incidere in modo significativo sulle tue performance e anche sul tuo umore. Questo perché lo sforzo non commisurato al risultato rischia di farti perdere la motivazione e allontanarti dai risultati che ti sei prefissato. Per questo, nel primo punto di questa guida, abbiamo rimarcato l’importanza dell’essere focalizzati.

Come smettere di essere multitasking nello studio

Per smettere di essere multitasking nello studio (anche se si parlerebbe di switchtasking in realtà) occorre definire alcuni punti:

  • Identificare le reali fonti di distrazione (la musica di sottofondo, rumori in generale, non sono una reale distrazione per la mente, ma l’attendere l’arrivo di un messaggio, impulso a controllare i social, navigare su internet, sì)
  • Definire cosa è importante e cosa non lo è (cosa puoi rimandare a dopo, delegare o non fare poiché non necessario)
  • Mettere in atto una serie di tecniche per mantenere la concentrazione (pianificare i vari compiti, allontanare distrazioni, fare pause)

Possiamo assicurarti che, seguendo questa strategia, smetterai di essere multitasking nello studio, sarai più produttivo e di conseguenza vedrai maggior rendimento a livello scolastico. Non solo: queste tecniche possono essere applicate a qualsiasi sfera della tua vita, dal lavoro ai momenti sociali.


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